Lo sguardo nomade
Cosa cerca uno sguardo nomade? Quello che si potrebbe trovare aprendo un cassetto: Mi piace aprire un cassetto / […] quel che mi aspetto / è sempre una sorpresa. Dal cassetto passiamo alle stanze e alle porte che si aprono all’aria dell’ispirazione e dell’espiazione: Esci dalla mia bocca, / dalle mie viscere, in sogno. / Fumetto, pneuma, promessa. / Subitamente dissolta / per esser vita ti invoco / impalpabile materia / per esser viva e accolta. L’aria come pneuma diventa un tema fondamentale. Troviamo la citazione dal Vangelo di Giovanni (3.8): E il vento soffia dove vuole.
Se si inizia dentro per progredire verso l’aria esterna ciò non avviene in modo brusco. Le poesie possono essere lette come un unico testo ininterrotto. Le prime tre nascono in uno spazio interno. La quarta e la quinta evocano l’aria mentre la sesta annuncia una discesa interna dentro “l’io”. Da qui si esplorano spazi possibili: Non sei mai sola / se alla finestra per un’ora sola / la marea di passanti viene avanti. Poi si introduce il tema del dire nell’aria e del trovare la forma nelle poesie su Vulcano. Dalle viscere della terra si ritorna al vento con la serie che si conclude nella tramontana e la pioggia. Seguono cinque poesie che cantano l’acqua: Non è di nessuno / la goccia che è caduta. / Ha voce flebile / la Bellezza / e non ha proprietari. / La morte dimora / altrove. Poi ci si muove verso l’interno con la composizione che crea il ponte tra le due dimensioni: Eroico o vile / restare qui all’asciutto / tra fuoco e fuoco / mentre fuori la pioggia / inzuppa il bucato? La risposta si trova nelle liriche seguenti, tutte dedicate ad un mondo sempre più definito. Il giardino, l’orto botanico, il bosco, il paradiso perduto dell’infanzia portano il nostro poeta a se stessa, alla conquista del suo io poetico: Ascolto ancora? Mi riconosco, mi tengo a questo appiglio?/ È un suono vuoto, ma forse io mi somiglio. L’io poetico esiste petrar-chescamente attraverso il suono della scrittura. Scopriamo un libro costruito minuziosamente, in uno stile recitativo e sobrio con parole chiave contenenti sempre quell’io: Io, tempio, spazio, pioggia, chiodo, buio, silenzio, lucciole, illusione, equilibrio. Un libro misurato, sottile, giocoso, e alla fine fiducioso. Il libro di Gabriella Pace va letto e riletto. Ogni volta il lettore scoprirà sempre qualche sorpresa in ogni cassetto.