È una storia questa anche di donne, di spose, di madri, lasciate sole a combattere di qui e di là dal mare. È una storia antica quando ancora il mare faceva paura, quando i figli partivano e non tornavano, ma è una storia di oggi dove i mariti, i figli partono e ritornano, ogni giorno. È la storia di chi resta, custode di famiglie altrimenti disperse, tra sacrifici e speranze, con quella forza nascosta, fatta di amore e solitudine, di saggezza, tenacia e passione, talvolta di disperazione:
“...Sarebbe stato più giusto che fosse lei ad andarsene per prima... Lei si impossessò di nuovo di quel figlio che se ne era andato in un’alba remota, cercò di inventarsi la sua presenza e, quando era certa che nessuno potesse sentirla, cominciò a parlargli in una cantilena che le smuoveva le viscere e le dava la certezza di essere stata sua madre...”
L’Editore
Il romanzo si fa apprezzare anche per il suo linguaggio attento e meticoloso nel dar vita a un efficacissimo impasto tra espressione popolare e america- nismi, testimonianza della duplice identità dei personaggi.
Francesco De Nicola – Il Lavoro
Ma a uniformare stilisticamente le pagine sta una patina che vorremmo definire poetica... in grado di attutire la violenza dei fatti e delle reazioni interiori, di alludere alla presenza... di un fato che guida le azioni degli uomini...
Giuliano Manacorda – Il Messaggero Veneto
“Stampa d’epoca” divisa in quattro pannelli... In una prosa misurata e armoniosa la realtà e la fantasia si intrecciano... Un libro delicato e forte, una singolare meditazione sulla condizione dell’emigrante.
Mario Picchi – la Repubblica
...nella vicenda corale dei quattro fratelli... c’è il documento esemplare di un’esperienza umana assai sofferta di cui noi altri, quelli che non hanno mai “camminato”, abbiamo in fondo solo vaghe cognizioni.
Michele Prisco – Il Mattino
Dall’inizio del secolo al proibizionismo... e alla seconda guerra mon- diale, è un intreccio di voci che fanno il ritratto di un mezzo secolo.
Giovanni Tesio – La Stampa